NATALE

Occorre poco o niente per allestire un presepio: un piano rialzato, alcune statuette, della carta-roccia o del muschio secco, qualche casetta, delle lampadinine, una grotta o una capanna. Ci sono ancora adulti che lo fanno e qualche bambino; ma nel presepio non si possono appendere doni: occorre un alberello, appunto “di Natale”, alla maniera dei nordici; e su di esso si possono appendere quante belle cose si vogliono; regali, scatolette con preziosi contenuti, luci sfavillanti.
I bambini credo optino per l’albero, vero abete o imitazione.
Presepio e albero per fare atmosfera natalizia, in casa; perchè fuori casa c’è tutto un rigurgito di luci per le vie, ci sono negozi abbaglianti stracolmi di merce, che sembrano urlanti: “Acquista; porta a casa, distinguiti comperando più degli altri; fa’ conto che hai una tredicesima da spendere; e se non l’hai, che ti costa far debiti?”. Tutto pare che dica: “Ti devi esibire; devi far colpo sugli altri, sennò: che Natale è mai il tuo?”. La gran madre TV, tra spettacoli e varietà, film infarciti di sesso e di violenza, e ossessivi telegiornali, si sfiata per rimpinzare la tua testa di consigli per compere, di giocattoli indispensabili per essere moderni, di pandori e di dolci “igienici e leggeri” (che schifo!: mangi ancora a merenda qualcosa di fatto in casa, così unto e pesante che ti toglie la voglia di stare attento in classe, al riprendere della lezione?). La televisione di parla del Natale, sì: con anche qualche Babbonatale benefico; ti parla di un Natale da farti pieno zeppo di dolci, ubriaco di spumanti e superalcolici, avvolto di abiti che una volta vestivano a mala pena le imperatrici, stressato per le scelte infinite, indispensabili per passare il Natale. Se è sacrosanto che i piccoli abbiano i loro giocattoli, nuovissimi, avveniristi: perché tu, adulto, che tieni in piedi la vita commerciale della nazione, devi accontentarti di inezie, o della sola gioia di aver fatto regali ai figli?
Poveri, miserabili Natali, come se ricordassero la nascita di Garibaldi, di Giolitti; che so: di un cosiddetto grande dello sport, dello spettacolo, della canzone, come puro pretesto per far vacanza due giorni e darsi alla pazza gioia dei sensi, invece che dello spirito.
Il Natale è la nascita di Gesù. Perché lo avete dimenticato? E’ la nascita di un Dio dolce fatto Uomo dolcissimo, che ha stabilito di piantare la sua tenda in mezzo a noi per esserci accanto in modo da poterci fare vedere come ci ama; e come possiamo anche noi imparare ad amare, allo stesso modo che amava Lui. E trovare la pace vera in Lui (anche quelli della Bosnia, ecc.). E con la pace, l’armonia della famiglia, il buon senso smarrito delle cose semplici, il sorriso che dura tutto l’anno verso gli infelici, la voglia di fare per gli altri, la gioia suprema del perdono, l’esigenza della preghiera, del silenzio.
Il presepio della mia fanciullezza era fatto il primo anno di tre statuine: il Bambino Gesù, la Madonna, S. Giuseppe. I canti, che erano abbondanti, erano a voce scoperta, senza accompagnamento di musica registrata; e gli occhi erano scintillanti, contemplando quei personaggi di gesso; e le mani stringevano un’arancia, un torroncino e tre caramelle, la mattina di Natale. E poi, a messa, come tutte le altre feste.
Veramente no: a Natale l’organo della chiesa suonava le pivette…